All’inizio degli anni ‘70 l’attrice si dedica quasi esclusivamente alla televisione e arriva ad una popolarità nazionale nel 1973 grazie allo sceneggiato Il Mulino del Po, con la regia di Sandro Bolchi, tratto da un romanzo di Bacchelli. La popolarità dell’attrice che interpreta il ruolo di Dosolina arriva alle stelle tanto che quando, per esigenze di copione, il suo personaggio muore la produzione riceve numerose lettere di protesta. Dosolina in realtà non è un personaggio di primo piano nella vicenda raccontata ma Bacchelli decide di permearlo di un realismo poetico che sembra essere stato incarnato perfettamente dall’attrice che pur non avendo la fisicità di una contadina ferrarese, con le sue doti di attrice e la sua minutezza fisica, riesce a bucare il video e a conquistare il pubblico.
Dal 1974 l’attrice farà solo parte della compagnia del Piccolo Teatro. Sono gli anni delle grandi produzioni del teatro milanese. La seconda edizione de Il giardino dei ciliegi, l’incontro con Bertold Brecht ne L’opera di tre soldi, Le balcon di Jean Genet per la regia di Carlo Battistoni, stretto collaboratore di Strehler, con il quale l’attrice si sposerà dopo la morte del primo marito, rendono la carriera dell’attrice sempre più brillante e i ruoli interpretati le permettono di crescere dal punto di vista della recitazione.
In questi anni l’interpretazione che la consacra alla memoria degli studiosi e degli amanti del teatro è sicuramente quella, nel 1978, dell’etereo folletto Ariel nella Tempesta di Shakespeare, per la regia di Strehler. Lo sforzo fisico e il rigore dell’interpretazione si intrecciano indissolubilmente all’immagine, quasi celestiale, di una creatura che scende volando in palcoscenico dall’alto della graticcia, ancorata un’imbracatura ad un solo cavo d’acciaio al quale è letteralmente appesa. Incarna in questo modo perfettamente il legame con l’aria di cui sembra che il personaggio si nutra, che vuole essere, nella volontà del regista, un batuffolo di lana dal quale spuntano due manine e due piedini, che sfida la legge di gravità. Nei panni del personaggio shakespeariano l’attrice compie lunghe tournèe che la portano sui palcoscenici di tutto il mondo, fino alla stagione 1984/85, ultima stagione di messa in scena dello spettacolo.
Nello stesso anno di debutto de La Tempesta Giulia Lazzarini lavora anche con Carlo Battistoni, regista collaboratore di Giorgio Strehler e futuro marito dell’attrice, nella messa in scena di Minnie la candida di Massimo Bontempelli. L’interpretazione dell’attrice è accolta da un coro di elogi di critica e pubblico e, soprattutto, le regala l’autorità dei grandi interpreti, l’attrice riconosce infatti nella sua prova uno dei suoi più importanti traguardi professionali.
Subito dopo il termine delle repliche di Minnie la Candida Giorgio Strehler la sceglie come protagonista di Atto senza parole tra giorni felici di Samuel Beckett. Il personaggio di Winnie entra a far parte della storia della messa in scena teatrale italiana grazie alla sublime interpretazione dell’attrice e alla intensa regia di Strehler. Il faticoso spettacolo, nel quale Giulia Lazzarini recita immersa nella sabbia, muovendo solo le braccia e la testa, viene ripreso dall’attrice fino alla stagione 2005/2006, con alcune variazioni nella messa in scena.
|