Attore > cinema, teatro | Nome | Dina |  | Cognome | Galli |  | Data/luogo nascita | 06 dicembre 1877 Milano |  | Data/luogo morte | 04 marzo 1951 Roma |  | Nome/i d'arte | Dina Galli |  | Altri nomi | Galli, Clotilde Annamaria (nome anagrafico) |  | | |  | Autore | Emanuela Agostini (data inserimento: 16/03/2009) |  |
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Formazione
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Figlia d’arte, Dina Galli muove i suoi primi passi sul palcoscenico ancora bambina in compagnie minori di teatro e d’operetta in cui milita la madre Armellina Nesti. Decisivo è l’incontro con Edoardo Ferravilla, con il quale recita come generica e in seguito in parti da attrice giovane. La frequentazione di Ferravilla è senza dubbio un’esperienza fondante per la sua crescita artistica. Il capocomico milanese è tra i maggiori attori comici del momento (se non il maggiore in assoluto). L’addestramento di Dina Galli avviene interamente nell’ambito del genere comico alla “scuola” di uno straordinario e multiforme interprete. La pratica quotidiana delle scene le consente di assimilare tutti i “trucchi” del mestiere: le tecniche dell’improvvisazione, il processo di preparazione degli spettacoli secondo il quale il personaggio viene “abbozzato” prima della costruzione del testo, la propensione verso il canto e la musica sono parte del “bagaglio” che Dina Galli acquisisce nei suoi anni di apprendistato e che porta con sé per tutta la carriera.
Entrambi gli attori ammettono la singolarità del loro rapporto. Dina Galli identifica in Ferravilla il suo maestro. Il capocomico milanese, che di solito sconfessa gli attori che si dicono suoi allievi per dare più lustro al proprio lavoro, riconosce nella “monella” la sua erede: «Allievi, nel comune senso che si suol dare alla parola, io non ne ho mai avuti [...] farò una mezza eccezione in onore della Galli» (Renzo Sacchetti, Aneddoti ferravilliani, Milano, Bietti, 1939, pp. 86-87).
Il repertorio su cui Dina Galli si esercita in gioventù è quasi esclusivamente dialettale. Al momento della scrittura nella Talli-Gramatica-Calabresi è costretta a rimediare i limiti della sua preparazione studiando dizione. L’attrice si prenderà una rivincita negli anni della piena maturità artistica portando al successo nazionale in Felicita Colombo e in Nonna Felicita di Giuseppe Adami il personaggio di una salumiera milanese.
Il merito di aver individuato le doti di Dina Galli va in buona parte riconosciuto anche a Virgilio Talli che nel 1900 la scrittura come prima attrice giovane. Talli intuisce la sua eccezionale propensione verso la recitazione comica e non esita ad affidarle precocemente parti di prima attrice nel repertorio pochadistico. Per suo merito la personalità artistica di Dina Galli può finalmente rivelarsi al pubblico in prove di consistente difficoltà. I successi ottenuti le consentono già dopo un solo triennio comico (cui segue un anno di riposo) di formare come capocomica una propria compagnia.
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