Franca Maria Norsa nasce a Milano nel 1920 in una famiglia di origine ebrea appartenente all’alta borghesia lombarda (un articolo apparso sul quotidiano «La Stampa» il 29 agosto 2007 smentisce che il nome anagrafico dell’attrice sia Alma Franca come riportato in molte biografie). Fin da piccola è appassionata frequentatrice del Teatro alla Scala (dove la famiglia ha un palco) e del Teatro dei Filodrammatici (di cui il padre aveva ereditato la tessera di socio fondatore poi trasmessa alla figlia). Negli anni della sua giovinezza la sua famiglia è vittima delle discriminazioni imposte dalle leggi razziali: il padre e il fratello si rifugiano in Svizzera, lei stessa è costretta ad abbandonare la scuola.
La Liberazione è la fine di un incubo e la giovane Franca Norsa può iniziare a costruire il suo futuro. La simpatia che aveva sempre suscitato fin da bambina con imitazioni e caricature femminili fa nascere in lei il desiderio di intraprendere la carriera teatrale. Terminati gli studi classici al Liceo Parini, partecipa alle selezioni dell’Accademia d’Arte drammatica di Roma, ma non è accettata. Il trasferimento nella capitale, dove l’attrice resta per studiare per un breve periodo presso la scuola di Pietro Sharoff, le permette però di entrare in contatto con Vittorio Caprioli, Alberto Bonucci e Luciano Salce (con cui in seguito avrebbe avviato una fortunata collaborazione) e di conoscere molte altre personalità di giovani attori che sarebbero divenuti i protagonisti della vita teatrale italiana dei decenni successivi. Tra le esperienze romane si segnala in particolare la frequentazione come spettatrice del Teatro Arlecchino, locale nel quale alcuni degli studenti iscritti all’accademia si esibiscono per guadagnare qualche “lira” in sketches apparentemente improvvisati di impronta cabarettistica.
Tornata a Milano affatto scoraggiata dall'esclusione dall'accademia romana, Franca Norsa si iscrive alla Facoltà di Lettere e debutta in teatro nel maggio 1947 con un dramma corale, Lea Lebowitz di Alessandro Fersen, che si rifà alla tradizione del teatro ebraico. Stretta amicizia con il giovane e ancora sconosciuto Giovanni Testori assume la parte della protagonista di Caterina di Dio che, diretto da Enrico d’Alessandro, debutta il 10 gennaio 1948 presso il Teatro della Basilica di Milano. Nel 1948-1949 ottiene una scrittura in una compagnia di prestigio, la Tofano-Solari, con cui interpreta Bonaventura veterinario per forza di Sto (nella parte del bassotto) e Angelo e il commendatore di Giovanni Mosca (nei panni della segretaria). Nel 1949-1950 passa al Piccolo Teatro di Milano ed è diretta da Giorgio Strehler in Questa sera si recita a soggetto e in La parigina di Henry Becque nella parte di Adele. In questa formazione ritrova alcuni dei giovani attori provenienti dall’Accademia d’Arte drammatica che aveva conosciuto pochi anni prima tra cui Alberto Bonucci, Luciano Mondolfo, Flaminio Bollini, Vittorio Caprioli e Luciano Salce.
La grande popolarità di Franca Valeri (che assume questo nome d’arte negli anni Cinquanta in omaggio al poeta Paul Valéry) arriva grazie alla radio tra il 1949 e il 1950. Vittorio Caprioli l’avrebbe introdotta alla RAI poco prima di partire per Parigi, città nella quale, dopo aver effettuato le repliche del Corvo di Carlo Gozzi con la Compagnia del Piccolo Teatro di Milano, si sarebbe trattenuto con Bonucci e Salce recitando nel cabaret La Rose Rouge. I monologhi femminili di Franca Valeri alla radio riscuotono un immediato successo. A suscitare una particolare simpatia negli ascoltatori è soprattutto il personaggio della Signorina Snob, con cui Franca Valeri prende in giro le manie della borghesia milanese. La sua eco è tale che già nel 1951 Mondadori offre all’attrice l’opportunità di pubblicare i “pezzi” migliori nel volume Il diario della signorina Snob illustrato da Colette Rosselli. Strettamente imparentata alla Signorina Snob è inoltre il personaggio della Signora Cesira anch’esso ideato per la radio nel corso della trasmissione Il rosso e il nero condotta da Corrado.
Nel ’50 Franca Valeri si unisce a Vittorio Caprioli e a Bonucci, appena rientrati dalla Francia, sotto l’insegna del Teatro dei Gobbi. Il trio, coadiuvato dall’occhio esterno di Luciano Mondolfo, debutta al Théâtre du Quartier Latin a Parigi il 4 gennaio 1951 con Canevas du demi-siècle uno spettacolo frammentario composto da “scenette”, monologhi e dialoghi in italiano e in francese scritti dagli attori. La variante parigina della Signorina Snob conquista il pubblico francese e conferma il talento di Franca Valeri sia come attrice sia come autrice.
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