Attore > cinema, teatro, televisione, radio | Nome | Franca |  | Cognome | Valeri |  | Data/luogo nascita | 31 luglio 1920 Milano |  | Data/luogo morte | 09 agosto 2020 Roma |  | Nome/i d'arte | Franca Valeri |  | Altri nomi | Norsa, Franca (nome anagrafico) |  | | |  | Autore | Emanuela Agostini (data inserimento: 29/05/2009) |  |
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Formazione
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Franca Maria Norsa si appassiona al teatro da bambina grazie alla consueta frequentazione del Teatro alla Scala di Milano e del Teatro dei Filodrammatici. Appartenente ad un’abbiente famiglia milanese, riceve già in seno alla famiglia molti stimoli culturali. Dopo la Liberazione (che pone fine alle discriminazioni subite per le sue origini ebree), conclude il liceo classico e decide di dedicarsi al teatro. La propensione verso il genere comico è del tutto connaturata al suo carattere: fin da piccola aveva sempre divertito i familiari e gli amici con imitazioni e caricature il cui successo, nel ristretto ambito dei salotti milanesi, la spinge durante l’adolescenza a desiderare di fare della recitazione una professione.
Il tentativo di accedere all’Accademia d’Arte drammatica di Roma si risolve in un fallimento. Il trasferimento nella capitale le permette però di allacciare i contatti con Vittorio Caprioli, Alberto Bonucci e Luciano Salce che, pur essendo anch’essi alle prime armi, probabilmente costituiscono un primo punto di riferimento per l’esordiente Franca Valeri. La frequentazione in qualità di spettatrice dell’Arlecchino, dove gli studenti dell’Accademia si esibiscono in gags dal sapore cabarettistico, lascia inoltre una viva impressione nella sua memoria. Il ricordo di questa esperienza è molto probabilmente un sostegno per Franca Valeri al momento del suo esordio in radio in “pezzi” di sua stessa produzione.
Scartata la possibilità di accesso alla massima scuola di recitazione italiana, Franca Valeri frequenta per un breve periodo la scuola del regista russo Pietro Sharoff. Tornata a Milano si iscrive alla Facoltà di Lettere. Il suo apprendistato di attrice si consuma poi direttamente sulle scene. Il debutto in teatro avviene nel maggio 1947 nella Lea Lebowitz di Alessandro Fersen, un dramma corale che ripropone elementi della tradizione del teatro ebraico. Protagonista di Caterina di Dio di Giovanni Testori diretto da Enrico d’Alessandro nel 1948, è “scoperta” da Tofano (che la scrittura nella Tofano-Solari nel 1948-1949) e in seguito ingaggiata da Giorgio Strehler (nel 1949-1950). È però la radio, dove si cimenta in personaggi femminili di sua stessa ideazione, a proiettarla verso una lunga e luminosa carriera.
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