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La redazione è a disposizione dei titolari di eventuali diritti d'autore per discutere i riconoscimenti del caso.

 

 


 

«Archivio Multimediale degli Attori Italiani», Firenze, Firenze  University Press, 2012.
eISBN: 978-88-6655-234-5
© Firenze University Press 2012

Attore > cinema, teatro, televisione, radio
NomeFranca
CognomeValeri
Data/luogo nascita31 luglio 1920 Milano
Data/luogo morte09 agosto 2020 Roma
Nome/i d'arteFranca Valeri
Altri nomiNorsa, Franca (nome anagrafico)
  
AutoreEmanuela Agostini (data inserimento: 29/05/2009)
Franca Valeri
 

Sintesi | Biografia| Formazione| Scritti/Opere| Testo completo

 

Interpretazioni/Stile

Nel corso della sua lunga e brillante carriera Franca Valeri si è confrontata con teatro, radio, televisione e cinema ottenendo in ogni ambito dei risultati d’eccellenza. Pioniera della comicità femminile, si è imposta per il suo umorismo tagliente, spesso nero, affidato principalmente a un non comune «virtuosismo della parola» (Fabrizio Liberti, ... quella maritata Cecioni, in Franca Valeri una Signora molto Snob, Torino, Lindau, 2000, p. 36).

Il suo esordio avviene come interprete teatrale: dopo la partecipazione nel 1947 all’allestimento di Lea Lebowitz di Alessandro Fersen e nel 1948, come protagonista, a quello di Caterina di Dio di Giovanni Testori diretto da Enrico d’Alessandro, ottiene nel 1948-1949 la scrittura nella Compagnia Tofano-Solari, per poi passare nel 1949-1950 al Piccolo Teatro di Milano guidato da Giorgio Strehler. La sua affermazione si verifica però in radio: sul finire degli anni Quaranta, cattura la simpatia di un ampio pubblico grazie a dei monologhi radiofonici incentrati su personaggi femminili di cui è al tempo stesso autrice e interprete.

Il primo dei personaggi ideati da Franca Valeri a decretare il suo successo è quello della Signorina Snob, una giovane dell’alta borghesia milanese che, alla ricerca di distinzione e in fuga dalla noia, si misura con le pratiche più eccentriche. Contraddistinta sul piano fonetico dalla “r” arrotata e dalla cadenza milanese, la Signorina Snob trascorre il suo tempo permettendosi il lusso di provocazioni anticonformiste (come quando si presenta a una prima della Scala con uno scialletto trafugato alla trisavola della portinaia) e ricercando esperienze di vita che la differenzino dalla massa (per esempio facendo di tutto per perdere al gioco d’azzardo). Lo sguardo ironico di Franca Valeri coglie puntualmente le pose della Milano borghese senza però limitarsi a fare la “parodia” di un tipo sociale astraendolo in una macchietta e appiattendone le contraddizioni: attraverso la Signorina Snob, l’attrice drammatizza il conflitto tra senso di appartenenza alla società e affermazione individuale.  

Tra i personaggi ideati da Franca Valeri, la Signorina Snob è quello che più lascia trasparire la personalità della sua creatrice: come lei infatti anche Franca Valeri è alla ricerca di differenziazione dalla “casta” da cui proviene e che riesce a descrivere con grande acume proprio perché le è direttamente nota. Alter-ego dell’attrice, la Signorina Snob finisce per diventare l’elemento accentratore di buona parte della produzione della Valeri e, in virtù della sovrapposizione tra personaggio e attrice, anche molti “pezzi” che non hanno niente a che vedere con la giovane milanese finiscono per essere ricondotti alla Signorina Snob (nelle Teche Rai sono ad esempio registrati sotto il suo nome le protagoniste di La padrona di boutique e La moglie del calciatore).

La Signorina Snob è la prima e più notevole produzione di Franca Valeri nel doppio ruolo di autrice e attrice. Forte del consenso guadagnato in radio, quando torna al teatro, associandosi con i Gobbi Vittorio Caprioli e Alberto Bonucci, continua a procedere su questo doppio binario. Il gruppo si propone inizialmente in Francia e in seguito in Italia con una serie di spettacoli (Canevas du demi-siècle, Carnet de notes, Carnet de notes n. 2) privi di una struttura unitaria e composti per frammenti giustapposti di sketches autoprodotti. Nell’impossibilità di ascrivere il Teatro dei Gobbi ai tradizionali generi di spettacolo viene coniata la definizione di «rivista da camera», «ma si tratta praticamente di un’antirivista, con quella comicità sintetica, la recitazione essenziale, la scena costituita solo da tre paraventi bianchi», gli abiti contemporanei (Laura Peja, Strategie del comico. Franca Valeri, Franca Rame, Natalia Ginzburg, Firenze, Le Lettere, 2009, p. 30).  Portatori di un umorismo fresco, fine, colto, i Gobbi ritraggono vizi e manie della borghesia rivolgendosi a un pubblico di media-alta cultura e destando immediatamente anche l’interesse della critica.

 
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Progettazione tecnica a cura di