Il successo della formula decreta, nei programmi cui Franca Valeri partecipa posteriormente, le sue progressive evoluzioni. La scena, inizialmente vuota, è arricchita da un divanetto e da un telefono (in un primo momento solo immaginato). All’abbigliamento neutro (coincidente con quello dell’attrice), la Valeri sostituisce una vestaglia da quattro soldi. Anche l’acconciatura viene “cotonata” secondo la moda del momento. Riproposta nel varietà Stasera con... la Sora Cecioni, «abbigliata in modo improbabile a metà tra la casalinga di periferia e una collettina del Piper», diviene «incarnazione stessa del pubblico radiotelevisivo, portavoce privilegiato che soddisfa il desiderio del teleutente di conoscere e interloquire con i divi di quegli anni» (Fabrizio Liberti, ... quella maritata Cecioni, cit., p. 34). La Sora Cecioni è però destinata a subire ancora altre evoluzioni: il personaggio accompagna infatti tutta la successiva carriera dell’attrice accordandosi ai suoi cambiamenti di età e divenendo con il tempo essa stessa dispensatrice di consigli telefonici alle amiche più giovani.
Il tentativo di percorrere in televisione strade diverse da quella dei monologhi al femminile nella trasmissione Le divine (1959) e più tardi a Studio 80 (1980), dove Franca Valeri propone pezzi legati all’attualità sociale, non riesce a imporsi con altrettanta forza. Per il grande pubblico Franca Valeri rimane soprattutto la voce e il volto della Signorina Snob, della Sora Cecioni e di un ricco elenco di anonime donne ora serenamente comiche, ora inquietantemente sull’orlo della catastrofe, ora ottusamente confinate nell’illusione.
Nella memoria del pubblico televisivo Franca Valeri è anche impressa per aver girato un discreto numero di pubblicità: nel 1957 appare in alcune scenette dei Baci e della caramelle Rossana della Perugina, nel 1958 ripropone il personaggio del film Piccola Posta per Polymer, biancheria Movil, nel 1961 affianca Gabriele Ferzetti nella réclame dell’Agip, nel 1965 appare in quella dell’olio Topazio diretta da Vittorio Caprioli, nel 1969 in quella del dado Liebig e nel 1975 in quella della Busnelli. In tempi più recenti (intorno al 1985) ha inoltre pubblicizzato il pandoro Melegatti.
Il momento di massima creatività di Franca Valeri in televisione coincide con gli anni Sessanta. La consapevolezza dei cambiamenti in atto nello spettacolo televisivo la spingono a rarefare le sue apparizioni durante gli anni Ottanta. Negli anni Novanta torna invece frequentemente alla ribalta del piccolo schermo partecipando a serie-tv e fictions (Norma e Felice, con Gino Bramieri nel 1995; Caro maestro nel 1996; Linda il brigadiere e... nel 2000, Come quando fuori piove nel 2000).
Se televisione, radio e cinema la coinvolgono a periodi intermittenti, il teatro è l’ambito verso il quale Franca Valeri si mostra più costantemente interessata. Anche in questo settore giocano un ruolo fondante nella costruzione della sua identità artistica i monologhi femminili, elemento unificatore di tutta la sua variegata produzione a prescindere dai mezzi espressivi. Alle innamorate e alle mogli, si aggiungono nel tempo anche le madri: tra tutte suscita un grande scalpore quella che, accecata dall’amore del figlio, non si è resa conto della sua omosessualità. Inizialmente affidati alla radio e inseriti negli spettacoli d’andamento frammentario del Teatro dei Gobbi, a partire dal 1958, i “pezzi” migliori sono veicolati in recital solitistici nei quali l’attrice passa in rassegna i personaggi più amati dal pubblico (nel 1958 Le donne, nel 1964 Una serata con Franca Valeri, nel 1974 Le loro donne, nel 1982 Le donne che amo, nel 2000 Una serata con Franca Valeri, nel 2007 I 60 anni di Franca Valeri).
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