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La redazione è a disposizione dei titolari di eventuali diritti d'autore per discutere i riconoscimenti del caso.

 

 


 

«Archivio Multimediale degli Attori Italiani», Firenze, Firenze  University Press, 2012.
eISBN: 978-88-6655-234-5
© Firenze University Press 2012

Attore > cinema, teatro, televisione, radio
NomeFranca
CognomeValeri
Data/luogo nascita31 luglio 1920 Milano
Data/luogo morte09 agosto 2020 Roma
Nome/i d'arteFranca Valeri
Altri nomiNorsa, Franca (nome anagrafico)
  
AutoreEmanuela Agostini (data inserimento: 29/05/2009)
Franca Valeri
 

Sintesi | Biografia| Formazione| Interpretazioni/Stile| Testo completo

 

Scritti/Opere

Peja individua nell’uso del verbo “fare” (per indicare “produrre un’impressione di”, “avere l’apparenza di”) l’elemento più tipico della parlata della Signorina Snob. La giovane milanese accosta in una forma sintetica concetti e realtà diversificate producendo uno spiazzamento comico nell’ascoltatore: andare a piedi all’estero «fa troppo Quo vadis», stare nella vasca da bagno a pensare «fa talmente Archimede», il riscaldamento a bracieri «fa talmente suicidio», ecc. Anche altre espressioni proprie del personaggio afferiscono l’area semantica del “sembrare”: “genere” («come letto una brandina da campo, genere Napoleòn»), “tipo” («annoiatissima, tipo con barba di Giacobbe»), “ho l’aria di” usato in riferimento a se stessa («Anche quest’anno ho l’aria di mantenermi folle»), “trovare” («facciamo beneficenza! Trovo simpatico») (ivi, pp. 39-40).

Oltre ai numeri solistici “al femminile”, di cui la Signorina Snob è il più importante esempio, Franca Valeri scrive anche alcune commedie “regolari”. Le catacombe o Le donne confuse è allestita nel 1962 e pubblicata nel 1963 con la prefazione di Sandro De Feo a Rocca San Casciano per i tipi di Cappelli. Nel 1974 Marcel Mithois avrebbe rielaborato Le catacombe in uno spettacolo molto apprezzato dal pubblico d’Oltralpe intitolato L’arc de Triomphe. Le catacombe viene considerata la prima “commedia di donne” della drammaturgia italiana. La protagonista Fanny, incarnata sulle scene dalla stessa Valeri, è una donna di successo che non solo gestisce impeccabilmente lavoro e case, ma organizza anche la vita sentimentale del proprio amante aiutandolo a costruire un “perfetto” equilibrio tra la moglie, i figli e le giovani fiamme di turno. L’inossidabile signora si dimostra forte nelle situazioni più paradossali, ma tracolla sul finale di fronte alla richiesta d’amore da parte dell’amante: soluzioni «razionali, stabili e “per bene” di situazioni assurde sono assolutamente da preferirsi alla instabilità, forse anche poco chic, di una passione vera» (ivi, p. 58). La Valeri sorride disillusa sui cambiamenti sociali del ruolo della donna: le sue donne, per quanto più libere, sono tutte “confuse” dall’incertezza della posizione da assumere nella società. La totale impossibilità di solidarietà tra donne conferma inoltre che l’unico vero interesse intorno cui ruota l’universo femminile è l’uomo.

Dopo Le catacombe, anche Questa qui quello là! è pubblicata contestualmente alla rappresentazione: lo spettacolo va in scena nel 1964, il volume esce a Milano da Longanesi nel 1965. La commedia svolge il tema della crisi coniugale provocato non, come da tradizione, da un adulterio, ma dall’impegno artistico-sociale. Enrambi i coniugi evadono infatti dalla mediocrità della loro vita borghese attraverso il cinema-impegnato e  l’arte.

Meno storie, rappresentata nel 1968, non trova un’immediata collocazione editoriale. La carica satirica di questa commedia è amara: il conformismo di una volta è stato sostituito da nuove pratiche che, sotto un’apparente patente di anticonformismo, hanno di fatto costituito un altro perbenismo destinato a far soccombere i suoi seguaci.

Una panoramica della produzione di Franca Valeri è proposta dal volume Tragedie da ridere. Dalla signorina Snob alla vedova Socrate, uscito nel 2003 a cura di Patrizia Zappa Mulas, che riporta diversi sketches, due atti unici (La cocca rapita, La cosiddetta fidanzata), quattro commedie (Le catacombe, Meno storie, Tosca e le altre due, Sorelle ma solo due) ed il monologo La vedova Socrate. Tosca e le altre due è ispirata dal grande amore di Franca Valeri per l’opera lirica. Interpretata in coppia con Adriana Asti, dà voce a due personaggi dei bassifondi (l’una romana l’altra milanese) che spettegolano mentre nel contempo ai piani altri si consuma la tragedia di Tosca. Nel 2003 dal testo è stato tratto un omonimo film diretto da Giorgio Ferrara. Sorelle ma solo due è una breve commedia che approfondisce il tema delle rivalità femminili. La vedova di Socrate, ispirato alla Morte di Socrate di Friedrich Dürrenmatt, propone una variante storica e più articolata dei monologhi femminili per i quali Franca Valeri ha fatto scuola.

 
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