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«Archivio Multimediale degli Attori Italiani», Firenze, Firenze  University Press, 2012.
eISBN: 978-88-6655-234-5
© Firenze University Press 2012

Attore > teatro
NomeEduardo
CognomeScarpetta
Data/luogo nascita13 marzo 1853 Napoli
Data/luogo morte29 novembre 1925 Napoli
Nome/i d'arte
Altri nomi
  
AutoreIsabella Innamorati (data inserimento: 06/09/2012; data aggiornamento: 15/05/2023)
Eduardo Scarpetta
 

Sintesi | Famiglia| Formazione| Interpretazioni/Stile| Scritti/Opere| Testo completo

 

Biografia

All'inizio del 1886 rimpiazzò Pantalena e Raffaele De Crescenzo con Salvatore De Cesare e Luigi Pelisier. Ma ai tre fuggitivi si aggiunsero anche l'Agolini e le sorelle Magnetti, per cui d'estate Scarpetta rafforzò ancora la compagnia con altri due attori, Cesare De Chiara e Gennaro Miano, facendo sporadiche rappresentazioni di rodaggio al Teatro Rossini di Napoli, al San Ferdinando e al Nuovo. L'obiettivo, infatti era ambizioso: una tournée autunnale di tre mesi a Firenze (ottobre, Arena Nazionale), Bologna (novembre, Teatro Brunetti) e di nuovo Firenze (dicembre, stesso teatro) per imporsi all'attenzione nazionale con il suo teatro in dialetto napoletano. La tournée andò molto bene: a Firenze fu recensito in modo lusinghiero da Jarro (Giulio Piccini) e fu accolto con molta benevolenza da Tommaso Salvini. Gli spettatori bolognesi, che a detta dell'autore-attore napoletano, «non comprendevano un'acca» (Ivi, p. 212), rideva lo stesso a crepapelle per le inusitate capacità mimiche e gestuali degli attori. Tornato a Napoli, Scarpetta riprese le recite al Teatro Fondo con repliche e novità, fra cui la rivista Sempre le stesso!.

Nel corso del 1887 portò a termine, quello che venne subito riconosciuto come il suo capolavoro drammaturgico, Miseria e nobiltà che debuttò il 7 gennaio 1888, al Mercadante, avvalendosi del contributo di Gennaro Pantalena e Raffaele De Crescenzo, rientrati in formazione durante l'estate e del figlio Vincenzo, di poco più di 10 anni. Quell'anno fu dedicato principalmente alla diffusione di questo testo con tournées primaverili e estive, come quella in giugno a Palermo, al Teatro Rossini, dove si consumò la seconda frattura con Pantalena e De Crescenzo i quali, questa volta, riuscirono a portare seco tutti gli attori di Scarpetta. Nelle viste di Pantalena c'era, infatti, la rappresentazione di Malavita di Salvatore Di Giacomo al Teatro Nuovo, proprio in quell'anno, un testo e una firma prestigiosi per aprire l'alternativa artistica del teatro in dialetto a Napoli.

Il furto della compagnia fu un colpo terribile per Scarpetta. Nell'autobiografia racconta di essersi trasferito a Milano per un breve corso di recite presso il teatro dell'amico Ferravilla e di essersi fermato in quella città per tutto l'autunno, occupandosi di due traduzioni di pièces francesi ricevute da Napoli di cui una aveva subito attirato la sua attenzione: Mam.zelle Nitouche. In realtà i giornali annunciarono l'8 settembre una sua rappresentazione alla Fenice e altre due recite straordinarie al Fiorentini di Miseria e nobiltà. In agosto, evidentemente, aveva contattato già vari attori per ricostituire una nuova compagnia di cui in settembre metteva a verifica la tenuta per debuttare ufficialmente, sempre al Mercadante, il 25 dicembre 1888 con Miseria e nobiltà. Fecero parte di questa seconda compagnia scarpettiana: Alfonso e Maria Grazia del Giudice, Giulia e Giovanni Schettino, Giuseppe Gheradi, Rosa Gagliardi, Mauro de Rosa, Gennaro della Rossa, Giuseppe Rivoli, Eduardo Gallo e la fedelissima Gilda Scarpetta. Alfonso del Giudice fu Semmolone, Maria Grazia del Giudice (figlia di Raffaele Di Napoli) fu Luisella. Miseria e nobiltà fu replicata per 71 sere consecutive. Nella quaresima del 1889 si trasferì a Roma, al Teatro Valle (tappa destinata a diventare una consuetudine annuale) con Miseria e nobiltà dove raccolse il plauso generale e scritturò la giovane e bellissima Marietta Gaudiosi.

Tornato a Napoli, affittò il teatro Sannazaro dove, dopo alcune riprese di repertorio, presentò il 15 maggio 1889, Na Santarella con Marietta Gaudiosi nella parte di Nannina, Gennaro della Rossa nella parte del vecchio custode e Scarpetta nella parte dell'organista. Santarella fu replicata ininterrottamente fino al 1 luglio 1889 e poi, dopo la sosta estiva, fu ripresa dal 1 settembre fino al 5 ottobre 1889. Il maggiore successo di tutta la sua carriera. Na Santarella fu seguita dalla commedia Girolino e Pirolé vanamente spacciata da Scarpetta come parodia d'attualità di sua invenzione.

Vittorio Bersezio, che deteneva i diritti d'esclusiva traduzione e rappresentazione in Italia del testo francese Cocard et Bicoquet cui aveva attinto Scarpetta, lo indusse per vie legali a pagare i diritti d'autore. Erano le prime avvisaglie delle difficoltà che si preparavano per un autore-attore come Scarpetta, formatosi nell'orizzonte sancarliniano in cui lo spettacolo nasceva da una sintesi creativa di materiali e tecniche disparate. Il risvolto vagamente parodistico della vicenda giuridica consiste nel fatto che l'avvocato scelto da Bersezio per inchiodare inoppugnabilmente Scarpetta alle proprie responsabilità fu Francesco Spirito e nulla poté contro di lui Simeoni, avvocato difensore di Scarpetta. Anni dopo, quando l'autore-attore napoletano tornò, suo malgrado, in aula denunciato per plagio e contraffazione della dannunziana Figlia di Iorio, fu lesto a convocare dalla propria parte Francesco Spirito, lasciando agli avversari Simeoni.

 
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