Vi sono inoltre molte edizioni a stampa di singole commedie a partire dagli anni Settanta del XIX secolo, ma bisogna attendere il XX secolo per la edizione di gruppi di commedie (mi limito ad una mera esemplificazione campionaria ben lontana dall'esaustività: Quattro commedie di Eduardo e Vincenzo Scarpetta, presentate da Eduardo De Filippo, Torino, Einaudi, 1974; Edoardo Scarpetta, Sei commedie, a cura di Maria Scarpetta, Napoli, Guida, 1983). Fino ad oggi le raccolte a stampa più ampie del teatro scarpettiano sono: Edoardo Scarpetta, Tutto il teatro, Napoli, Bellini Editrice, 1990 (comprende 61 testi) e Edoardo Scarpetta, Tutto il teatro, introduzione e premessa ai testi di Romualdo Marrone, Roma, Newton Compton, 1992 (62 testi). Nonostante il titolo, come è evidente, nessuna delle due collezioni stampa l'intero corpus drammaturgico. Manca a tutt'oggi un'edizione critica, filologicamente attendibile, dell'opera scarpettiana.
Scarpetta fu, inoltre, un prolifico autore di composizioni in versi fin dall'adolescenza. Un campionario della sua produzione poetica, sufficiente a manifestare il tenore e la qualità della sua poesia, è raccolto nell'autobiografia stessa, dove infatti compaiono: versi dedicati a sua madre; versi contro l'avidità degli impresari (Vampiri teatrali); versi in onore di Tommaso Salvini; versi per la vittoria della sua causa contro D'Annunzio e così via.
Oltre al cinema si interessò anche all'incisione di dischi. Registrò per la Zonofone, 78 giri, il finale del II atto di Miseria e nobiltà; l'arringa dell'avvocato Tartaglia del III atto dello Scarfalietto e il Prologo al Figlio di Jorio.
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