Bionda, esile, diafana, graziosa, diventa subito la fidanzatina ufficiale del cinema di regime: a differenza di quasi tutte le divette sue coetanee, tuttavia, che rappresentano un tipo di adolescente estroversa e un po’ monella, sebbene sempre nei ferrei limiti imposti dalla censura, la Cortese ha in sé qualcosa di malinconico. Carmine Gallone se ne accorge e, nel suo Primo amore (1941), le affida la parte di una ipersensibile fanciulla che tenta il suicidio, e rischia di morire, per amore di un cugino. Protagonista di questo melodramma a lieto fine, insieme a lei, è uno dei più popolari giovani attori del momento, Leonardo Cortese (che, nonostante l’omonimia, non è suo parente). A proposito di Nerina, il personaggio che interpreta nel film, l’attrice dirà: «mi piaceva molto il ruolo di quella ragazza, [...] era molto romantica, era struggente questo ruolo. Io mi ci ero calata dentro con infinita naturalezza» e «piangevo vere lacrime, non mi mettevano, già allora, non mi mettevano la glicerina » (ivi, p. 376).
Le riviste dell’epoca si occupano molto della nuova, dolce attrice e Alessandro Blasetti, che è alla ricerca di una trepida ragazza per dare vita alla soave e innamoratissima Lisabetta nella sua Cena delle beffe (1941), la sceglie per la parte e la affianca a divi celebri come Amedeo Nazzari, Luisa Ferida ed Elisa Cegani. «Mi ricordo un particolare, - racconterà riguardo alle riprese della pellicola - che allora non si usavano le fanciulle sexy, e io sbocciavo appena alla vita per cui ero piuttosto fiorente; e così Blasetti, che voleva una ragazzina molto pura e magrina, mi faceva fasciare i seni. Ma in un modo così stretto che li faceva scomparire, però non riuscivo nemmeno a respirare e facevo una tale fatica a recitare» (ivi, pp. 376-377). Alla Cena delle beffe, seguono altri film come, per esempio, Soltanto un bacio (1942) di Giorgio Simonelli su soggetto e sceneggiatura di Giuseppe Marotta, dove è alle prese con un personaggio «simpatico, dinamico, romantico» (ivi, p. 378), Orizzonte di sangue (1942) di Gennaro Righelli, Quarta pagina (1942) di Nicola Manzari su soggetto di un ventiduenne Federico Fellini, Giorni felici (1943) di Gianni Franciolini e Quattro ragazze sognano (1943) di Gugliemo Giannini.
In questi anni, è l’amante del direttore d’orchestra Victor De Sabata (classe 1892) e, nel suo libro di memorie Il battello dei sogni, Marina Ceratto (alias Caterina Boratto), descrive così la chiacchieratissima coppia: lui «era molto alto, aveva un viso pallidissimo, quasi circonfuso da un alone lunare. [...] Sprigionava un grande charme e non mi sorprese che Valentina, [...], simile a una ragazza uscita da un quadro di Klimt (anche lei pallida ed eterea) ne fosse come stregata. La loro storia faceva scandalo, ma io fui ammirata dal coraggio di questa ragazza trasgressiva. I due apparivano come trasparenti Pierrot, esseri non di questa terra, ma nati per la magia di musica e parole tra le quinte di un palcoscenico» (Marina Ceratto, Il battello dei sogni, Simonelli, Milano, 2000, p. 38).
L’armistizio dell’8 settembre 1943 pone improvvisamente fine alla produzione di molti film: fra gli attori che si ritrovano per la strada, c’è anche la Cortese che, oltretutto, comincia a essere piuttosto insoddisfatta dei ruoli che si vede affidare, spesso «legati allo stereotipo della fidanzatina fremente, piagnucolosa o dispettosa» (E.L. [Enrico Lancia], Cortese, Valentina, in Roberto Chiti, Roberto Poppi, Enrico Lancia, Fabio Melelli, Dizionario del cinema italiano, Roma, Gremese, 1991, p. 87).
Decide, così, di dedicarsi al teatro per mettere alla prova e affinare le proprie qualità interpretative: eccola, quindi, appena terminata la guerra, al fianco di Tina Lattanzi, Ginevra Cavaciocchi, Vivi Gioi, Pina Renzi e Clelia Matania, prendere parte a Donne di Clara Boothe Luce (Roma, Teatro Valle, ottobre 1944) per la regia di Lamberto Picasso e, all’inizio del 1945, scritturarsi in una compagnia, riunita da Alessandro Blasetti con l’aiuto del produttore Peppino Amato, formata dai più giovani e noti attori del momento, fra cui Maria Mercader, Elisa Cegani, Lia Orlandini, Anna Proclemer, Dina Sassoli, Vittorio De Sica, Camillo Pilotto, Luciano Mondolfo, Annibale Betrone, Massimo Girotti e Roldano Lupi. La compagnia ha in repertorio solo due spettacoli, entrambi provati per tre mesi in un sottoscala di via Emilia a Roma e poi, per la regia di Blasetti, messi in scena in aprile al Teatro Delle Arti: Il tempo e la famiglia Conway (Time and the Conway) di John Boynton Priestley e Ma non è una cosa seria di Luigi Pirandello.
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