Figlio naturale del marchese Filippo Villani (rappresentante della scapigliatura milanese, dilettante di musica e autore di alcuni testi dialettali), Edoardo Ferravilla nasce a Milano nel 1846. La madre, di cui Edoardo assume il cognome, è Maria Luigia Ferravilla (1824-1853), cantante probabilmente d’origine portoghese. L’identità della donna, sulla quale le fonti riportano notizie contraddittorie, è chiarita dall’autobiografia di Ferravilla pubblicata da Renzo Sacchetti presso la Società Editoriale Italiana (che smentisce anche che fosse una mima o una ballerina) ed è confermata anche dalla biografia curata da Giovanni Maria Sala (che riporta la variante grafica Maria Luisa). In un precedente opuscolo pubblicato da Sacchetti nel 1908 le si attribuiva il nome Clara; nel dizionario di Luigi Rasi quello di Giulia. Motivato dalla volontà di occultare la nascita illegittima dell’attore è il racconto secondo il quale la madre sarebbe stata una certa signora Ferrari, e Ferravilla un nome d’arte prodotto dal congiungimento dei cognomi dei genitori Ferrari e Villani.
Nato da una relazione tra i genitori iniziata nel 1845, Edoardo Ferravilla vive insieme alla madre fino a quando, a pochi anni di vita, è iscritto al collegio milanese Nava. Nel 1853 la madre muore mentre sta effettuando una tournée in Portogallo. Il tribunale costringe Filippo Villani, nel frattempo sposatosi con la ballerina Carolina Say, a elargire al figlio una pensione vitalizia. Il bambino viene affidato alla tutela del ragioniere Giacomo Viglezzi. Il tutore, verso il quale Ferravilla manifesterà per tutta la vita forte gratitudine ed affetto, si comporta a tutti gli effetti come un vero padre. Proprio l’esempio di uno dei fratelli adottivi, Enrico Viglezzi, spinge Ferravilla a impratichirsi con la musica. Anche la passione per il teatro è favorita dalle abitudini della famiglia Viglezzi: il ragioniere è infatti amministratore del Teatro dell’Accademia dei Filodrammatici (o del Teatro Re, chiuso nel 1875) dove possiede un palco dal quale l’intero gruppo familiare è solito assistere agli spettacoli due volte alla settimana.
Come i fratelli adottivi, anche Ferravilla è indirizzato verso studi di ragioneria. Parallelamente, coltiva l’interesse per la recitazione frequentando la filodrammatica Gustavo Modena, che dà spettacoli familiari sotto la guida di Ettore Manzoni. Il suo esordio è nella farsa intitolata La tigre del Bengala di Edouard Louis cui segue in una seconda occasione La donna e lo scettico di Paolo Ferrari. Manzoni individua in Ferravilla un promettente amoroso, ma dopo poche recite il giovane vuole confrontarsi con parti comiche. Proprio a questi anni risale la sua prima rappresentazione di Ciocon de grapa di Giovanni De Toma, al quale Ferravilla si ispirerà in seguito per ideare il personaggio di Tecoppa.
Alla morte del tutore, Ferravilla continua a lavorare nell’ufficio di Enrico Viglezzi come ragioniere. Giunto alla maggiore età è riformato dal servizio militare per gracilità. Dedica al teatro buona parte del tempo libero, partecipando agli spettacoli della filodrammatica e frequentando appassionatamente come spettatore il Teatro di Santa Radegonda nei pressi del Duomo.
Nel 1870 quando Carlo Righetti, poi più noto come Cletto Arrighi, annuncia l’intenzione di formare una nuova compagnia residente presso il nuovo Teatro Milanese, Ferravilla si presenta ai provini. Arrighi lo sceglie per il suo aspetto elegante pensando di impiegarlo come amoroso. Scritturato per 3,50 lire al giorno di paga il giovane Ferravilla si trova per la prima volta inserito in una formazione professionale, ma il contratto, che lo impegna solo nel pomeriggio, gli consente di continuare a lavorare al mattino in ufficio e di recitare nella filodrammatica Gustavo Modena la sera e la domenica.
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