Tra i tre attori, Franca Valeri si mette in luce nei Carnet des notes specialmente in L’amore è poetica attesa e nel monologo della moglie in La famiglia. Entrambi sono incentrati su figure femminili dai contorni patetici che, nell’aspirazione ad essere amate, coltivano un autoinganno. La protagonista di La famiglia è una donna che, apprendendo che il marito starà fuori a cena, si dice contenta perché, a differenza degli altri uomini che si stancano stando sempre in giro per affari, il suo non la fa preoccupare: «[...] siccome lo so che passa la notte con una brava ragazza, allora di che cosa devo stare in pensiero? E questo lo so perché lui a me mi racconta tutto, è un bravo marito [...]» (Franca Valeri, La famiglia, in Franca Valeri una Signora molto Snob, cit., p. 13).
Impietoso è anche L’amore è poetica attesa in cui una donna si prepara all’incontro con l’amato passando in rassegna tutta una serie di pose femminili (dalla gattina inoffensiva alla donna fatale) prima di essere “scaricata” con una telefonata quasi senza rendersene conto: «Ci vediamo domani sera? Ma quando torna? [...]» (Franca Valeri, L’amore è poetica attesa, in Franca Valeri una Signora molto Snob, cit., p. 13). Depositate in un remoto paesino di montagna da mariti desiderosi di scapparsene da soli a Capri (come in Una moglie felice), abbandonate al termine di una vacanza (I soliti brutti ritorni), le donne di Franca Valeri tentano di sfuggire alla solitudine coltivando fatue illusioni d’amore.
I monologhi scritti per la radio e per il Teatro dei Gobbi in questi primi anni di attività contengono in nuce già una grande parte di temi che Franca Valeri svilupperà in seguito attraverso i diversi mezzi espressivi in una continua osmosi tra radio, teatro, cinema e televisione. La Signorina Snob ad esempio, nata in radio e sperimentata anche in teatro, nel 1952 approda al cinema nel film Totò a colori. Nel tentativo di legarsi alla comicità di Totò, «più grossolana e popolare, legata a gestualità brutale» e a «doppi sensi» (Laura Peja, Strategie del comico. [...], cit., p. 49), la sua identità viene in parte alterata e da autentica chic la Signorina Snob si fa più caricaturale.
Molti personaggi successivamente incarnati al cinema, sui quali l’attrice agisce sia come interprete sia rivedendo la sceneggiatura, sono strettamente imparentati alla Signorina Snob, ma rispetto a questa, non priva di slanci giovanili, acquisiscono una tenuta cinica e disincantata. Nel film La ragazza del Palio (1957) Franca Valeri è una contessa che cerca di opporsi al fidanzamento tra lo squattrinato Principe di Montalcino, Vittorio Gassman, e una bella ragazza texana, Diana Dors. In Il vedovo di Dino Risi (1959) invece è l’algida moglie di un uomo inetto (Alberto Sordi) che è solita chiamare «Cretinetti». Fredda, insensibile, non raramente cattiva, l’aristocratica Valeri riappare in molte successive pellicole fino a uno degli ultimi film, Paulo Roberto Cotechiño centravanti di sfondamento (1983) di Nando Cicero, in cui è una contessa che, dopo aver scommesso cementifici sul risultato della partita calcistica Inter-Napoli, cerca con ogni mezzo di eliminare il cannoniere della squadra partenopea.
Nel cinema inoltre, riprendendo il tema dell’autoinganno della donna, l’attrice dà consistenza al personaggio della “bruttina” cui viene contrapposta la maggiorata in voga al momento. In Il segno di Venere (1955), ad esempio, Franca Valeri è Cesira, cugina emancipata, ma priva di bellezza della procace Agnese (Sofia Loren), che vede infrangere i suoi sogni d’amore davanti alla realtà. Gli uomini sono attratti dalle belle forme o dai soldi: Ignazio finirà per sposare Agnese, il poeta Spano (Vittorio De Sica) una vecchia dotata di casa e mutuo quasi estinto. La poco attraente Cesira è pertanto destinata a rimanere sola.
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