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«Archivio Multimediale degli Attori Italiani», Firenze, Firenze  University Press, 2012.
eISBN: 978-88-6655-234-5
© Firenze University Press 2012

Attore > teatro
NomeEduardo
CognomeScarpetta
Data/luogo nascita13 marzo 1853 Napoli
Data/luogo morte29 novembre 1925 Napoli
Nome/i d'arte
Altri nomi
  
AutoreIsabella Innamorati (data inserimento: 06/09/2012; data aggiornamento: 15/05/2023)
Eduardo Scarpetta
 

Sintesi | Biografia| Famiglia| Interpretazioni/Stile| Scritti/Opere| Testo completo

 

Formazione

Tornato al Teatro Partenope, Scarpetta si sottopose nuovamente alla routine di palcoscenico, concependo tuttavia l'idea di mettere a profitto la sua attitudine per la composizione drammaturgica al fine di mettere in luce anche le sue capacità d'attore. La sua farsa, Pulcinella creduto moglie di un finto marito (1870) produsse i frutti desiderati: il suo talento comico venne riconosciuto e le sue potenzialità di attore furono finalmente prese in considerazione. L'inizio della sua fortuna come attore si legò alla rappresentazione di una vecchia farsa di repertorio, Pulcinella spaventato da un cadavere di legno scelta da Raffele Marino per valorizzare Scarpetta nel ruolo di Mamo, un giovanetto scapestrato e impulsivo col nome di Felicello (1871). La farsa, tramandata nelle memorie scarpettiane col titolo Felicello Sciosciammocca mariuolo de 'na pizza, andò in scena il 7 giugno 1871 al Teatro Partenope, riscosse un notevole successo proprio per merito dello Scarpetta. Gli esiti furono tali da riaprirgli le porte del San Carlino, l'ambìto traguardo cui egli guardava costantemente anche durante la militanza al Partenope. Fu scritturato tra gli attori della compagnia di Giuseppe Maria Luzi, capitanata da Antonio Petito nel 1872.

La militanza a fianco del più importante Pulcinella napoletano costituì per il giovane Scarpetta, un'esperienza formativa fondamentale sotto tutti i punti di vista. L'acquisizione dell'ottica prioritaria del mestiere fu il portato più significativo in questa fase e costituì la base permanente sulla quale Scarpetta ricompose in coerente organicità le disparate tecniche via via assunte o acquisite guardando lavorare Antonio Petito. Un passaggio indispensabile fu la sperimentazione della coppia Petito-Scioscammocca nelle farse finali scritte dallo stesso Petito. I tratti del giovanotto borghese, presuntuoso e sciocco fronteggiavano la guizzante comicità pulcinellesca, popolana, ma bonaria. Da questo momento Scarpetta mise a punto i caratteri del suo nuovo tipo di buffo: un giovanotto ben vestito, causa inconsapevole di imbrogli infiniti (e perciò sciocco) ma imprevedibilmente astuto fino alla malizia, innamorato. Nel 1872 l'apprendistato aveva ormai esaurito il suo percorso: a diciannove anni Scarpetta era già un attore di successo, collocato organicamente all'interno della compagnia del San Carlino, alla pari con gli altri suoi colleghi più anziani e rodati.

 
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